Il Pilates è donna, anche tra i professionisti (88,4%). Lo sapevamo già, come pure che gli uomini sono in crescita, ma è molto di più quanto è emerso dallo studio Crescendo in equilibrio: il mondo degli insegnanti di Pilates presentato ieri. Condotto dall’istituto di ricerca Format Research per APPI, l’Associazione dei Professionisti di Pilates in Italia, l’indagine ha coinvolto un campione di 414 professionisti attivi tra cui insegnanti e formatori, con l’obiettivo di analizzare il settore degli insegnanti di Pilates da tre prospettive principali: la formazione e le qualifiche professionali, le condizioni contrattuali e lavorative, il ruolo di APPI come associazione di riferimento.
In un mercato complesso e variegato che vede la disciplina introdotta in diversi ambiti, il Pilates di qualità esiste con insegnanti altamente specializzati: 55,6% del campione sono insegnanti/formatori Comprehensive (con un percorso formativo di 450-900 ore) e il 20,8% sono maestri di Pilates Comprehensive (esperienza minima di 15 anni come insegnante o minimo 8 anni come insegnante e minimo 7 anni da formatore). Inoltre, il 59,7% degli insegnanti di Pilates vanta più di dieci anni nel settore a riprova della solidità nel mondo del lavoro.
Per quanto riguarda la sede lavorativa, i professionisti di Pilates prediligono la pratica della disciplina nelle strutture dedicate: otto insegnanti su dieci lavorano presso studi di Pilates (77,9%), seguiti da centri fitness (18,2%) e strutture di riabilitazione (10,7%). Il 73,3% opera in una sola struttura, mentre pochi lavorano in più sedi, evidenziando una moderata flessibilità lavorativa, ma anche una fidelizzazione della clientela, e solo il 18,4% organizza lezioni a domicilio. Le lezioni di Pilates con attrezzi rappresentano la principale tipologia per l’insegnamento del Pilates da parte dei professionisti (88,3%).
Nel complesso, lo studio evidenzia un settore ben strutturato, con un mercato del lavoro caratterizzato da stabilità e una stima economica dei ricavi di quasi 100 milioni di Euro, ma anche da una prevalenza di contratti autonomi. In questo contesto APPI ha buone possibilità di espandere la propria base associativa, poiché molti insegnanti si dichiarano interessati a iscriversi. I principali elementi di soddisfazione tra gli iscritti riguardano il valore della rappresentanza e le opportunità di formazione offerte dall’associazione.
Lucia Nocerino, presidente di APPI, ha così commentato l’esito: «Realizzare questo sondaggio è stato molto complesso sia per l’investimento che ha dovuto affrontare l’associazione, sia per la mancanza dei codici ATECO di riferimento, in vigore solo da quest’anno dopo un notevole impegno da parte di APPI, con una categoria molto variegata nel nostro settore. Sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti perché ci permettono di avere un orizzonte chiaro di riferimento e di utilizzarli ai tavoli istituzionali consentendoci di avere maggiore credibilità come associazione nazionale di riferimento di una categoria che è ancora giovane rispetto alla rappresentatività, ma che ha veramente delle grandi potenzialità così come risulta dall’indagine stessa».