Energia, carisma e quel pizzico di appeal americano che in Italia non guasta mai. Ecco le armi vincenti di Rael Isacowitz, fondatore di BASI Pilates, giunto a Prato, per la prima volta nel mostro Paese, per alcune giornate di corsi. La scuola con sede in Costa Mesa negli USA si è sviluppata a livello internazionale. BASI significa Body Arts and Science International e vuole indicare il proprio approccio al Pilates.
«Le persone non usano tutti gli attrezzi negli Stati Uniti» afferma Isacowitz durante il workshop “Ultimate Pilates Session”. « Tengono lezioni di gruppo con il Reformer con un istruttore microfonato. Questo lavoro a poco a che fare con il Pilates».
Rael sottolinea infatti l’importanza dell’attrezzatura. Ogni pezzo è unico nel suo genere e il Mat Work è il fondamento che bisogna conoscere.
«Nel 1996 ho tenuto un workshop sulla Wunda Chair in Gran Bretagna e nessun insegnante la conosceva» continua. «Come insegnanti dobbiamo conoscere l’unicità di questi attrezzi. Un insegnante deve sempre fare delle scelte educative selezionando gli esercizi, gli attrezzi. Bisogna essere consapevoli delle specificità. Ogni lavoro deve essere fatto con l’attrezzo giusto».
Il metodo Pilates viene consigliato a molti per i benefici che porta in termini di benessere, rieducazione, rafforzamento. Questo non significa che è una disciplina sicura. Isacowitz punta il dito sui tanti incidenti che capitano a causa di scarsa conoscenza o attenzione.
Durante il workshop ha approfondito il suo approccio al Pilates che prevede l’integrazione dell’intero corpo e la consapevolezza che si deve fare un lavoro individuale poiché ognuno è diverso.
Il BASI Pilates si fonda su una struttura definita Block System che prevede diverse fasi. Il riscaldamento può essere effettuato su qualsiasi attrezzo con benefici diversi. Il footwork è una transizione dal riscaldamento alla lezione vera e propria. Il lavoro addominale serve per costruire la Powerhouse. Il lavoro sulle anche e la dissociazione si preparano a corpo libero e si applicano poi sugli attrezzi. L’articolazione della colonna vertebrale, molto difficile da insegnare, coinvolge stabilità, mobilità e controllo dei muscoli. Gli allungamenti si effettuano sugli attrezzi per sviluppare la flessibilità funzionale. L’integrazione del corpo può essere esplorata nel Mat Work e successivamente sviluppata sugli attrezzi. Per insegnare il lavoro delle braccia bisogna prima passare da una buona stabilizzazione delle scapole perché senza controllo si provoca danno. Il lavoro delle gambe si può fare bene anche a corpo libero nonostante gli attrezzi lo favoriscano molto. La flessione laterale e la rotazione sono indispensabili per fare un buon lavoro per la colonna vertebrale. Su questo punto Rael si è soffermato particolarmente. «E’ necessario capire la differenza» ha ribadito aggiungendo l’ultimo punto «La back estension ha molte possibilità. Io l’amo. Il metodo Pilates si è molto concentrato sugli addominali e quindi è davvero un lavoro necessario. Ancora di più con lo stile di vita che abbiamo oggigiorno sempre proiettati in avanti».