Laureato in Scienze Motorie e specializzato in chinesiologia, Stefano Carlini è presenter internazionale e docente master nei corsi della Federazione Italiana Fitness.
Ha ricoperto il ruolo di docente presso le Facoltà di Scienze Motorie di Chieti, Genova e Foggia. E’ docente ai corsi di formazione professionale finanziati dalle regioni.
Per la Sidea Sport System è direttore – oltre che formatore – dei corsi di Flying Training System, l’allenamento funzionale in sospensione.
Specializzato nel settore tonificazione e training funzionale, è trainer di discipline olistiche e posturali e di Pilates.
Dal 1987 è preparatore atletico di calcio a 5 lavorando per squadre dalla serie C alla serie A. Ha inoltre preparato formazioni di volley. Oggi è preparatore atletico della nazionale di calcio a 5 della Repubblica di San Marino.
Lavora inoltre in ambito aziendale contribuendo per il settore fitness al training del personale e alle scelte strategiche di mercato, sia per la messa a punto di prodotti del settore che per la pianificazione delle tecniche di comunicazione e dei territori di attività. E’ consulente esterno di Rimini Wellness e per il progetto Queenax diretto da Paolo Evangelista.
Giornalista pubblicista dal 1992 ha collaborato con molti quotidiani e riviste ad ampia diffusione nazionale. Oggi dirige Performance e PT Journal, magazine della Federazione Italiana Fitness. Si occupa di relazioni con la stampa per alcune aziende. E’ consulente scientifico della rivista Ok Salute.
Stefano ci offre una sua considerazione sulle diverse applicazioni della tecnica: «Pilates e la signora Mezières probabilmente non si sono mai conosciuti. D’altra parte occorre dire che i due metodi creati dai personaggi citati sono sovrapponibili. Nel senso che i concetti di uno sono utilizzabili nell’altro. Più facile, comunque, applicare la metodologia delle squadre Mezières inserita opportunamente nel metodo Pilates.
Come? Niente di particolarmente rivoluzionario, ma di estrema efficacia per chi presenta retrazioni della catena posteriore. Per esempio: dalla posizione di table top si estendono le gambe in verticale (l’insegnante valuterà se sia il caso o meno di utilizzare uno spessore sotto il sacro) col piede flesso (si spinge quindi verso il soffitto con i talloni). Le braccia vanno prima portate in distensione sopra la testa, per poi farle scivolare al suolo avvicinando i gomiti alle costole, senza alzare le mani dal pavimento. A questo punto sarà possibile divaricare le gambe. La posizione consente di estendere il rachide, attivare gli adduttori e di utilizzare gli extrarotatori della spalla, muscoli che si oppongono agli intrarotatori, che nella scala filogenetica sono i più antichi di conseguenza i più sviluppati. Se possibile, la posizione va mantenuta in neutro lombare».