Lolita San Miguel: un'allieva certificata

Interviste

Lolita San Miguel pratica il metodo Pilates dal 1958 ed ha l’onore di essere una delle due sole allieve di Joseph Pilates – l’altra è Kathy Grant, scomparsa lo scorso anno – ad avere ottenuto da lui la certificazione all’insegnamento della sua tecnica. Oggi, dopo avere fondato nel 2000 la Pilates y Mas, a Porto Rico, viaggia in tutto il mondo per diffondere il corretto insegnamento del metodo Pilates. Ha realizzato diversi DVD tra cui il noto Lolita’s Pilates BodyWalk.

Come è venuta a conoscenza di Joseph Pilates?

Nel 1968 ero ballerina al Metropolitan Opera Ballet di New York. Mi feci male ad un ginocchio e fui portata all’ospedale. Il medico mi disse che il mio ginocchio sarebbe tornato a posto, ma mi consigliò di fare Pilates per rafforzare il quadricipite. Mi mandò da Carola Trier che è stata la prima allieva di Joseph Pilates ad aprire uno studio a New York. Frequentai il suo studio come cliente per cinque anni. Fui poi certificata da lei all’insegnamento del metodo Pilates.

Un giorno parlando con Kathy Grant, l’assistente di Carola, le comunicai che non mi sentivo pronta ad aprire uno studio e lei mi consigliò di andare da Joe. Avevo sempre pensato che Joe Pilates fosse morto da tempo in Germania, poiché Carola parlava di lui e della tecnica, ma non mi disse mai che stava a soli tre isolati dal suo studio. Kathy mi invitò ad andare insieme da lui per ottenere la sua certificazione. Ci andammo e lo incontrai per la prima volta. Gli chiesi di poter ottenere la sua certificazione. Joe non aveva mai certificato nessuno prima. Mi sono certificata grazie ad uno speciale programma denominato “Career transition for dancers” sponsorizzato dall’Università di New York che serviva ai ballerini che volevano cambiare la loro professione. Gliene parlai e acconsentì. Io e Kathy recuperammo  quindi tutti i documenti ed iniziammo un tirocinio con Joseph Pilates di sei mesi per 20 ore alla settimana.

Che cosa si ricorda di lui e del suo modo di insegnare?

Era piuttosto impaziente e a volte molto “macho”. Era volubile, un ottantenne con alti e bassi. Succedeva che fosse molto depresso, perché riteneva che il suo lavoro non avesse il giusto riconoscimento che sperava. Voleva veramente che attraverso il suo lavoro la mente e il corpo fossero condotte a lavorare in un’unica entità. Credeva che la società sarebbe stata migliore, il pianeta sarebbe stato migliore. Chiamò per questo una delle macchine che inventò Universal Reformer.

Quando attraversava un periodo di depressione, sua moglie Clara, che era una donna meravigliosa, era sempre lì e gli tirava su il morale facendogli notare quanto lavoro avevano fatto e tutte le persone che li amavano per questo. Clara era molto diversa da Joe, molto paziente, molto tranquilla e molto gentile. Quando Joe si spazientiva se non riuscivi ad eseguire bene un esercizio, Clara arrivava a spiegare meglio l’esercizio e ti stimolava ad allenarti e a riuscirci.

Quali sono stati i suoi primi passi nel metodo Pilates?

Sono stata la prima persona ad insegnare il Mat Work a New York. Kathy Grant era il direttore del Clark Center for the Performing Arts e mi chiamò ad insegnare in un corso chiamato Pilates Method fo Body Conditioning.

Nel 1977 mi trasferì a vivere a Porto Rico dove fondai il Ballet Concierto, una compagnia di danza. Tutti i membri della compagnia e della scuola studiavano il metodo Pilates come disciplina insieme agli esercizi di danza. Ho integrato quindi il metodo Pilates nel repertorio di danza classica.

Ci racconti della sua carriera e del suo approccio di insegnamento del metodo Pilates.

Due anni e mezzo fa sono andata in pensione lasciando la mia compagnia di danza e mi sono dedicata solo al metodo Pilates. Viaggio molto, più di 20 settimane all’anno, tenendo seminari, workshop e conferenze a livello internazionale. Mi sono dedicata totalmente ad aiutare altri insegnanti ad insegnare la tecnica, perché penso che sia molto importante che sia fatta correttamente. Ognuno può essere creativo, ma prima di ideare qualcosa è necessario conoscere le basi del metodo Pilates, l’ABC della tecnica. Poi si può andare oltre. Oggi c’è il Pilates per qualsiasi cosa: per il golf, per il nuoto, per il tennis e altro. Bisogna sapere cosa si sta facendo. I clienti chiedono ai loro insegnanti di essere certificati da scuole che siano riconosciute per la loro qualità, perché è molto facile farsi male eseguendo gli esercizi. Se qualcuno mette il proprio corpo nelle tue mani perché vuole sentirsi meglio, tu devi sapere cosa stai facendo. Questa è la più importante preoccupazione riguardo al metodo Pilates e la ragione per cui viaggio molto insegnando la tecnica e soprattutto le basi del vero Pilates.

Qual è il modo migliore per insegnare il metodo Pilates?

Correttamente. Si deve continuare ad imparare, conoscere l’anatomia, tenersi al passo con le conoscenze scientifiche. Tutto cambia costantemente e nel campo della medicina sportiva sono stati fatti molti progressi e ogni giorno si conosce il corpo sempre più. Per un insegnante è molto importante la formazione continua, la partecipazione quindi a seminari, conferenze e l’aggiornamento, come in tutte le altre professioni.

Non c’è comunque un solo modo, come non c’è un solo modo di insegnare lo yoga o il pianoforte. Ci sono molti modi e molti insegnanti, ma ci sono i principi e vanno appresi, perché sono le basi della tecnica di Joseph Pilates.

Qualche suggerimento a chi vuole diventare insegnante?

Prima di tutto si deve sapere che è un lungo percorso di studio. Non è possibile pensare di ottenere una certificazione in uno o due week-end. Bisogna prenderlo molto seriamente e se non lo ami è meglio fare altro, perché per farlo bene ci si deve dedicare completamente. L’apprendimento porta via molto tempo ed è difficile. È una grande responsabilità per cui se lo ami è meraviglioso, poiché capisci cosa stai facendo. Ma non è un lavoro facile.

E alla clientela?

Consiglio questa tecnica a tutti, poiché può veramente cambiare la vita. Consiglio di provarla veramente, non solo una lezione, ma almeno dieci lezioni. Aiuterà il corpo e la mente e a sentirti una persona migliore. Penso che il mondo abbia bisogno di persone in salute. Lo consiglio soprattutto ai senior. Io ho 72 anni e sono la più giovane tra gli Elders, i primi allievi di Pilates ancora in attività. Jospeh Pilates diceva che si è vecchi quanto la colonna vertebrale è flessibile. E questo è ancora vero. Se si ha una colonna vertebrale flessibile, non importa quale sia la propria età. Per essere veramente giovane si deve essere in salute, avere la forza, la flessibilità, il tono muscolare, la coordinazione, la respirazione che il metodo Pilates offre.

di Cristiana Zama, tratto da Pilatesmood – NT, ottobre 2007